I pilastri della formazione Scout

I PILASTRI DELLA FORMAZIONE SCOUT
Baden-Powell, facendo tesoro di quella che amava definire “ la sua vita n. 1”, quella di generale dell’esercito inglese, scelse di dedicare all’educazione delle giovani generazioni “la sua vita n. 2”, costruendo la propria proposta su quattro semplici ma solidi pilastri.
Aveva a cuore la formazione del carattere dei ragazzi affidatigli, quella che oggi definiremmo formazione della personalità, intesa come relazione positiva con se stessi. Voleva che quei ragazzi definissero il proprio profilo di buoni cittadini, diventando capaci di scegliere, di assumersi consapevolmente le responsabilità e farsi dei programmi coscienti di vita. Per gli scout cattolici, questo significa scoprire la propria vocazione nel piano di Dio.


B.-P. intese definire il buon cittadino declinando le virtù umane della lealtà, della fiducia in se stessi, del coraggio, del senso della gioia, dell’ottimismo, del rispetto dei diritti, dell’autodisciplina, dell’elevazione del proprio pensiero e dei propri sentimenti.


L’altro punto sul quale il fondatore fece leva è la salute e la forza fisica. Oggi la intendiamo come conoscenza e rapporto positivo con il proprio corpo, dono di Dio e fonte di relazione con gli altri e con l’ambiente. Ogni scout accetta e ha cura del proprio corpo, si alimenta in modo sano, si riposa correttamente e mantiene dei ritmi naturali di vita. Il corpo è un dono per esprimersi, sostenere degnamente la fatica, la sofferenza e la malattia, persino la morte, e che impegna a vivere correttamente e serenamente la propria sessualità.


L’intuizione di B.-P. fece perno anche sull’abilità manuale, intesa come relazione creativa con le cose. Educando all’abilità manuale, infatti, è possibile ottenere intelligenza e progettualità pratiche, ma anche capacità di autonomia concreta nelle realizzazioni. Il tutto con uno spirito di essenzialità nella ricerca dei materiali, anche poveri, sfruttando appieno e in modo competente ciò che si ha a disposizione.

Si può così sperimentare come l’uso intelligente delle mani generi comportamenti positivi, come la gioia del saper fare, l’accettazione della fatica e del fallimento, la pazienza, la concretezza, l’essenzialità e il buon gusto.


L’ultimo pilastro nell’intuizione del fondatore è il servizio del prossimo, inteso come educazione all’amore per gli altri, al bene comune ed alla solidarietà. È anche educazione a scoprire la ricchezza delle diversità nelle persone, sprone a vivere e lavorare insieme per costruire un mondo più giusto. Tutti sanno che ogni scout si rende utile, mettendo a disposizione le proprie energie e capacità, ogni volta che la situazione richieda il proprio intervento.


Quattro semplici punti sui quali si sono formati e continuano a formarsi milioni di scout in tutto il mondo e che possiamo tutti tenere ben presenti, scandendo il succedersi dei giorni della nostra vita.

Foto di Helena Lopes da Pexels